Catalyst > “Cenerentola” recensione di Gaia Mengoni

Cenerentola

Una "nuova" Cenerentola

Zaches Teatro ci propone una “nuova” versione di Cenerentola, le cui origini sono in realtà antichissime e sparse in tutto il mondo. Possiamo infatti trovare più di trecento varianti, appartenenti a culture ed epoche diverse. La compagnia Zaches ha deciso però di concentrare i suoi studi sulle versioni orali più antiche e su due versioni letterali: quella dei fratelli Grimm e La Gatta Cenerentola di Basile, dando così vita ad uno spettacolo con una Cenerentola diversa da quella moderna che siamo abituati a vedere.

Questo spettacolo conclude la trilogia delle fiabe, di cui fanno parte anche Pinocchio e Cappuccetto Rosso, con cui Zaches Teatro ha voluto ricercare e proporci le versioni più antiche delle fiabe, facendoci riscoprire tutti quei particolari che nel tempo sono andati dimenticati.

Cenerentola ci viene presentata come una marionetta, animata a turno, e a volte anche in contemporanea, dai tre attori presenti sul palco, ed è proprio la scelta del teatro di figura che rende questo spettacolo ancora più intrigante e particolare. Questa arte teatrale utilizza marionette, ombre e oggetti come protagonisti, lasciando così il segno di un linguaggio fortemente visivo. La scena, che é prevalentemente cupa e buia, talvolta si riempie di bolle di sapone e il grande focolare pieno di carbone e fuliggine lascia il posto ad una luminosa luna e ad un naufragio, rendendo la scena eccezionale.

Tra il carbone si trova Cenerentola, vittima delle persecuzioni delle sorellastre e della matrigna, e le tre cenerine, presenze magiche che vivono nella cenere e che, oltre a raccontare la storia di Cenerentola, accompagnano la ragazza nella strada della libertà, facendole da mentori e protettrici.

In questa fiaba Cenerentola é il simbolo del riscatto degli oppressi, non alla ricerca di un principe azzurro, ma di indipendenza e libertà. Inizialmente appare spenta, costretta ad una vita di solitudine e umiliazione, animata solo dal desiderio di un’esistenza diversa. La protagonista dello spettacolo, nel momento in cui fugge da palazzo acquisisce una libertà totale, senza più vincoli e regole e questo passaggio é sottolineato anche dalla trasformazione da marionetta a ragazza, che a questo punto, essendo più grande e colorata, stona con il nero del camino, che si é definitivamente lasciata alle spalle. La ragazza balla e corre: é scalza, perché la scarpetta l’ha lanciata via, noncurante del principe.

Uno spettacolo coinvolgente, consigliato sia ai ragazzi che ai bambini che hanno così modo di scoprire una diversa versione delle fiabe cui sono abituati.


Recensione a cura di Gaia Mengoni